neos Boavista capoverde
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Il cuore pulsante di Capo Verde

Il cuore pulsante di Capo Verde

Il cuore pulsante di Capo Verde

Boavista 25-04/02-05 2012

Alzi la mano quanti di voi, prima di scegliere una vacanza, si sono sentiti dire: “Cosa vai a fare a Capo Verde che non c’è niente”… e magari da chi a Capo Verde non c’è mai stato.

Bene. A me è successo. Come è successo che al rientro le medesime persone siano rimaste in stato ipnotico a bocca aperta ad ascoltare per ore quante cose avevo visto, fatto e sentito – perché di sensazioni travolgenti si tratta!

Capo Verde non è una meta che viene massicciamente pubblicizzata dai media o suggerita a gran voce dalle agenzie di viaggio. Sembrerebbe quasi una località di serie B. Si parte con l’idea di godersi del meritato relax sulla spiaggia, di stare protetti dentro il villaggetto prescelto sperando che l’animazione non sia troppo invadente, che la cucina sia il più possibile simile a quella di casa e che l’alloggiamento risulti confortevole e pulito.

Nella tua valigia metti tutto quello che ti serve: vestiti sportivi, eleganti, creme, bagnoschiuma, scarpe per tutte le occasioni, imodium (non si può mai sapere…), libri, lettore mp3. Scientificamente entro i 20 Kg consentiti, bagaglio a mano compreso.

Beh… Capo Verde (e nella fattispecie Boavista) non è una destinazione per essere carini o alla moda, non è un luogo dove spalmarsi di unguenti e giacere tutto il giorno in piscina o su una spiaggia sabbiosa in attesa di sfoggiare a cena gli ultimi acquisti di tendenza. Certo… lo puoi fare! Ma ti perderesti tutta la sua magia.

Capo Verde la DEVI vivere, respirare, sentire sotto pelle, lasciarti rapire e stravolgere.

Questi luoghi e questa gente ti cambiano dentro, ti permettono di spogliarti di tutto l’inutile di cui ci nutriamo quotidianamente, di quelle superficiali convenzioni che ci hanno sempre reso schiavi dell’apparire in luogo dell’essere. Questa gente ha tutto per essere felice… e lo è!

Vivono di ciò che dà loro la terra e il mare, hanno poco, pochissimo, ma sono sempre sorridenti e ti accolgono a braccia aperte sempre con una parola amichevole, un gesto cordiale.

E’ bastato un attimo per sintonizzarsi con loro e lasciarsi trasportare dalla semplicità, dall’allegria e dalla generosità.

Dismessi i panni della donna manageriale attenta all’etichetta e abbattute le maschere protettive occidentali, sono ritornata la ragazza che sono, libera di esprimersi con fragorose risate, cantando, ballando e con l’impetuoso desiderio di conoscere e mischiarmi a queste anime vive.

Il buonumore diventa contagioso: molte delle amicizie strette nel villaggio e “contaminate” dallo stato emotivo pazzesco che si era creato hanno il fermo proposito di tornare (e questa volta le valigie strariperanno di doni per i bambini capoverdiani: abiti, quaderni, colori, medicinali).

Alla partenza non ho mai visto tante lacrime sincere come quelle degli ospiti e degli ospitanti!

Non mi soffermo a raccontare tutte le escursioni fatte, le meraviglie locali o le serate trascorse in compagnia (in questa sezione c’è chi le ha già descritte esaurientemente). Ogni giorno comunque c’è da girare in quad, pick up o a piedi e rimanere incantati a fotografare di tutto.

Oggi ho preferito porre l’accento sulla magia di Capo Verde che è la sua gente, non solo il suo habitat.

Ti obbliga a fermarti e a riflettere.

Ti migliora, anzi… ti libera!!!

Valeria