tartarughe di Capo VerdeMappatura di Capo Verde per proteggere le tartarughe dalla plastica News 01/02/2024 La studentessa del Dottorato in Biologia presso la FCUP, Diana Sousa Guedes, sta mappando, tramite drone, i rifiuti marini sulle spiagge di Capo Verde, studiando l’impatto della plastica sulle tartarughe marine. L’obiettivo è proteggere queste specie minacciate in un contesto dai risultati non incoraggianti. “In una spiaggia dell’isola di Santa Lucia (lato nord), abbiamo individuato 917 oggetti di plastica grandi, medi e piccoli (oltre un millimetro) per metro quadrato“, spiega. Nonostante questa spiaggia non sia abitata, i numeri sorprendono gli scienziati. La biologa di 32 anni evidenzia l’importanza delle correnti oceaniche: “Essendo nella rotta del Giro dell’Atlantico Nord, le spiagge del Nord e dell’Est di queste isole accumulano molti rifiuti provenienti dagli oceani”. Con questi dati, la ricercatrice intende ottenere una mappa di Capo Verde con le zone più vulnerabili per la nidificazione della tartaruga comune (Caretta caretta), considerando l’inquinamento da plastica e le previsioni di innalzamento del livello del mare nell’arcipelago. “Queste mappe potrebbero portare a misure pratiche, come la restrizione nella produzione e l’uso di materiali da pesca in plastica e la promozione di materiali più sostenibili; la pulizia regolare di queste spiagge più vulnerabili; o l’educazione e la sensibilizzazione ambientale delle comunità locali di pescatori”, spiega. L’80% dei rifiuti rinvenuti consiste in reti da pesca e materiali ad esse collegati, provenienti dal continente europeo. La plastica giunta sulle spiagge compromette la sopravvivenza delle tartarughe marine. Il lavoro di mappatura si basa su un progetto condotto nel 2021, sotto la guida di Neftalí Sillero del CICGE – Centro di Ricerca in Scienze Geo-Spaziali presso la FCUP. Nel 2022, la ricerca si è concentrata sulla quantificazione dell’inquinamento chimico causato dalla plastica nella sabbia dei nidi, rivelando la presenza di livelli significativi di ritardanti di fiamma. La contaminazione chimica preoccupa la ricercatrice, poiché molti di questi composti sono persistenti e la loro degradazione nell’ambiente è poco nota. Il lavoro di mappatura affronta anche un’altra minaccia derivante dai cambiamenti climatici che sta influenzando le tartarughe marine: l’innalzamento del livello del mare che mette a rischio i nidi. Secondo le Nazioni Unite, nell’ultima decade, l’innalzamento medio del livello del mare si è raddoppiato. fonte: correiodabeiraserra